Sono le parole usate dal presidente Sergio Mattarella nel messaggio inviato al presidente dell’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro in occasione della settantesima edizione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, per sottolineare “l’importanza della sicurezza sui luoghi di lavoro e per trovare soluzioni condivise ed efficaci in termini di prevenzione degli infortuni”.
Con riferimento allo straordinario impegno profuso per contenere la pandemia in corso, ha continuato il Presidente, “in molti sono stati particolarmente esposti al rischio, come nel caso del personale sanitario e socioassistenziale.
Dobbiamo ringraziare medici, tecnici della salute e tutto il personale dei servizi sanitari per aver fronteggiato inedite situazioni di emergenza: è questo l’ambito in cui si collocano un terzo degli infortuni con esiti mortali denunciati all’Inail nel primo semestre di quest’anno”.
Ma, aggiungiamo noi, a questi veri e propri eroi si aggiungono decine di morti e feriti che non lasciano traccia, se non nelle cronache locali.
Morti bianche dovute alla scarsa formazione, all’assenza di adeguati aggiornamenti o ad una inidonea valutazione del rischio.
Un vero bollettino di guerra, “comprensibilmente” offuscato dall’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Una guerra silenziosa di cui si parla sempre troppo poco ma che, non per questo, è meno letale.
E allora, per non dimenticare!
- 5 novembre 2020 – Bologna: Quattro responsabili di azienda sono stati denunciati dai carabinieri della stazione di Crevalcore con l’accusa di aver coperto un grave infortunio sul lavoro, costato a una dipendente quasi un anno di malattia, per non rischiare di perdere un premio produzione. Secondo l’impianto accusatorio alla base dell’infortunio vi sarebbe stata l’omessa valutazione dei rischi da parte del datore di lavoro e l’omessa formazione dei lavoratori in materia di sicurezza sul lavoro. La donna, 40 anni, si era ferita gravemente a una mano utilizzando un trapano industriale non a norma.
- 4 novembre 2020 – Figline Valdarno: Operaio muore schiacciato a causa del ribaltamento del muletto.
- 14 ottobre 2020 – Reggio Emilia: Operaio muore cadendo da 8 metri. Questa volta la vittima, di 62 anni, è precipitata dal cestello di un carro ponte mentre svolgeva alcuni lavori sull’impianto elettrico di un capannone.
- 9 ottobre 2020 – Bergamo: Operaio cade in una buca del cantiere: è gravissimo. Dalle prime ricostruzioni sarebbe caduto in una buca del diametro di un metro e profonda una decina di metri, mentre era in corso lo scavo di una cisterna d’acqua con una trivella.
- 02 ottobre 2020 – Carpi: Infortunio mortale. Un magazziniere 40enne per cause in corso di accertamento è rimasto schiacciato tra due autocarri nel piazzale antistante il magazzino dell’azienda.
- 02 ottobre 2020 – Torino: un operaio è rimasto ferito in un incidente sul lavoro in un cantiere in via Cogne 36, quartiere Rebaudengo. L’uomo stava lavorando nell’ascensore quando è stato colpito da un asse di legno che lo ha ferito in testa.
Ovviamente quelli che precedono sono solo una parte degli incidenti mortali o gravissimi occorsi solo negli ultimi 30 giorni a lavoratori che operavano in settori diversi da quello sanitario e socio/assistenziale.
Le cause sono sempre le stesse: scarsa od omessa formazione dei lavoratori, mancata valutazione dei rischi e via elencando.
In questo scenario, che aggiunge “dramma a dramma”, è indispensabile che chi, come noi di Aifes, ha fatto della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori negli ambienti di lavoro la propria mission, continui a far sentire la propria voce e a garantire la propria presenza a fianco dei professionisti della sicurezza.
Ed è proprio ciò che, non senza fatica, stiamo facendo in questi mesi affinché sia consentito al datore di lavoro di adempiere all’obbligo formativo in materia di salute e sicurezza sul lavoro (comprensivo delle attività di addestramento) presso le aziende che continuano ad essere operative o le nostre sedi territoriali, sempre e solo a condizione che durante l’attività formativa – né più né meno di quanto previsto per la produzione – il datore di lavoro garantisca tutte le misure obbligatorie di contrasto al Coronavirus, descritte dai Protocolli dello scorso aprile 2020, oggetto di attuazione concreta in azienda.
Mettiamo il lavoro in sicurezza: con Aifes si può.