Da tempo si discute sull’introduzione di robot e macchine all’interno degli ambiti lavorativi maggiormente esposti a rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Negli ultimi anni non sono mancati gli incidenti causati dal mal funzionamento di robot utilizzati per lo svolgimento di mansioni lavorative, che hanno causato gravi infortuni o addirittura la morte di operai.
L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul lavoro ha creato un documento per individuare i possibili miglioramenti di questi automi e robot all’interno delle fabbriche.
Vengono, oltretutto, distinti in tre gruppi differenti: robot utilizzati per mansioni pericolose che possono essere dannose per l’uomo;
robot collaborativi, i quali collaborano con l’uomo in procedure come l’assemblaggio di prodotti per i quali serve la massima attenzione; automi che operano sugli esseri umani, come nell’ambito sanitario.
È essenziale che i lavoratori partecipino alla formazione riguardo l’utilizzo dei sistemi robotici presenti in azienda e che quest’ultimi siano sottoposti a frequenti manutenzioni, per prevenire qualsiasi tipo di incidente.
Ad oggi, sono presenti nuovi dispositivi nati dalla collaborazione tra l’Inail e l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.
I due prototipi, frutto del triennio previsto dal progetto, sono stati realizzati per la prevenzione degli infortuni in ambienti lavorativi maggiormente a rischio per la salute dei lavoratori.
Uno dei prototipi è un esoscheletro, utile a ridurre le patologie muscolo-scheletriche da sovraccarico biomeccanico, soprattutto a carico di spalle e colonna vertebrale (zona lombare).
Il secondo prototipo realizzato è il robot teleoperativo, utile per agire in quegli scenari di secondo soccorso, ad esempio a seguito di catastrofi naturali, incendi e lavori in quota.