Il Reddito di Cittadinanza (RDC) è ormai noto in tutta Italia ed è una misura di sostegno al reddito per coloro che si trovano in situazioni di difficoltà economiche.
È bene, però, precisare alcuni dettagli, pena la perdita del RDC o addirittura salate sanzioni.
Coloro ai quali viene accettata la domanda per il RDC e le persone facenti parte del nucleo familiare, devono stipulare il “patto di lavoro” con il quale si obbligano a:
- collaborare alla redazione del bilancio delle competenze;
- svolgere attivamente la ricerca del lavoro, anche tramite l’apposita piattaforma Siulp;
- dare la propria disponibilità per partecipare a progetti comunali e a frequentare eventuali corsi di formazione e riqualificazione, pena la decadenza del sussidio.
Il percettore del reddito è tenuto, inoltre, ad accettare una delle tre offerte di lavoro congrue, ovvero la prima offerta congrua in caso di rinnovo del RDC.
Sono esonerati dagli obblighi di accettazione di un lavoro, i disabili, gli over 65 e i caregiver, cioè coloro che assistono persone disabili gravi, non autosufficienti.
Per quanto riguarda invece le sanzioni, queste vengono applicate in caso di:
- presentazione di documenti falsi o dichiarazioni false al momento della presentazione del RDC;
- mancato aggiornamento delle variazioni di reddito o del nucleo familiare.
Per tali reati è prevista rispettivamente la reclusione da 2 a 6 anni e da 1 a 3 anni, oltre alla decadenza dal beneficio, con l’obbligo di restituzione di quanto ricevuto.
Una maxi-sanzione, aumentata del 20%, è dovuta da parte del datore di lavoro se assume, “in nero”, un percettore del Reddito di cittadinanza, oppure un componente del nucleo familiare del richiedente.
In questo caso, anche il lavoratore percettore del sussidio, o il lavoratore componente del nucleo familiare del percettore, commettono di fatto un reato, nel momento in cui l’attività svolta non viene comunicata all’Inps.