Negli ambienti di lavoro è importante non sottovalutare i rischi microclimatici derivanti da esposizioni dei lavoratori al caldo e al freddo, generando stress termici.
Il documento “La valutazione del microclima. L’esposizione al caldo e al freddo. Quando è un fattore di discomfort. Quando è un fattore di rischio per la salute” della Direzione Regionale Inail per la Campania, analizza l’utilizzo delle misure dei parametri fisici eseguite durante la fase di ricognizione sui luoghi di lavoro.
In questa fase si acquisiscono le informazioni relative alle postazioni di lavoro, ai tempi di permanenza e ai vincoli che possono sorgere rispetto alle condizioni termo- igrometriche ambientali e infine, rispetto all’abbigliamento e al metabolismo dei soggetti interessati.
Inoltre, le postazioni di misura devono essere identificate in maniera corretta, in modo da essere rappresentative delle effettive postazioni presenti al lavoro, per valutare lo stress termico.
Riguardo al metodo utilizzato per la valutazione dei rischi microclimatici in ambienti freddi, in base alla normativa tecnica, il metodo IREQ (Insulation REquired – isolamento termico), misura le quantità termo- igrometriche quali, temperatura dell’aria, temperatura media radiante, umidità dell’aria e velocità dell’aria.
Per la rilevazione del rischio termico negli ambienti di lavoro è necessario distinguere ambienti outdoor da ambienti indoor.
Negli ambienti outdoor, le misure in condizioni termiche dovrebbero essere eseguite in situazioni di “massimo rischio ricorrente”, cioè nella situazione termo- igrometrica peggiore. Inoltre, poiché negli ambienti indoor la temperatura può variare nell’arco della giornata, è importante utilizzare misure delle quantità ambientali rilevanti.
In ambienti indoor, se le condizioni ambientali esterne non interferiscono con quelle interne (es. Cella frigo), si potrà effettuare una valutazione in qualsiasi momento della giornata.
Se così non sarà, si utilizzerà la stessa procedure degli ambienti outdoor.