Nell’ambito della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, ritroviamo anche il concetto di stress lavoro-correlato.
In base all’Accordo europeo dell’8 ottobre 2004, lo stress, pur non essendo considerato una patologia, può comunque ridurre le prestazioni lavorative e causare problemi di salute.
Attraverso questo Accordo si arriva a recepire i contenuti in ambito nazionale, seppur con significative differenze.
Per meglio comprendere tali peculiarità, il documento sviluppato dalla UIL “Stress lavoro correlato: un rischio da gestire insieme” collegato al progetto europeo REST@Work, riporta informazioni relative al confronto tra vari paesi europei aderenti al progetto (Italia, Francia, Grecia, Lituania, Portogallo, Romania, Spagna, Ungheria).
I paesi nei quali la legislazione fa esplicito riferimento allo stress lavoro-correlato, sono l’Italia, la Francia, il Portogallo e l’Ungheria.
In questi casi vengono chiaramente richieste l’adozione di misure di prevenzione in merito.
Spagna e Lituania, invece, parlano di interazione tra il lavoratore e l’ambiente di lavoro, senza menzionare lo stress lavoro-correlato.
In Lituania, ad esempio, non è richiesto al datore di lavoro di valutare i rischi in quest’ambito e perciò neanche di adottare misure di prevenzione.
Infine, in Grecia e in Romania, non si fa riferimento allo stress lavoro correlato o al rischio psicosociale, ma la Legge richiede comunque di “adottare le misure necessarie per adattare il lavoro alla persona”.