Il nuovo Report elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, conferma la recrudescenza della “seconda ondata” dei contagi sul lavoro, già rilevata dal monitoraggio precedente al 30 settembre
I contagi sul lavoro da Covid-19 denunciati all’Inail alla data dello scorso 31 ottobre sono 66.781, pari al 15,8% del complesso delle denunce pervenute dall’inizio dell’anno e al 9,8% dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data.
I casi mortali sono 332 ovvero 13 in più rispetto al monitoraggio precedente al 30 settembre
Come sottolineato dal decimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, pubblicato insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento regionali, l’analisi delle denunce per mese di accadimento rileva che al picco dei contagi dei mesi di marzo e aprile è seguito un ridimensionamento a maggio e soprattutto nei mesi estivi di giugno-agosto.
A settembre si è però cominciata a registrare una recrudescenza delle denunce, che hanno sfiorato i 1.700 casi, per arrivare al mese di ottobre nel quale la “seconda ondata” dei contagi ha avuto un impatto significativo anche in ambito lavorativo, portando a quota 12mila le nuove denunce di infezione da Covid-19 di origine professionale, cifra peraltro destinata ad aumentare nella prossima rilevazione, per effetto del consolidamento particolarmente influente sull’ultimo mese della serie.
Nella sanità e nell’assistenza sociale si è registrato il 69,8% delle denunce e il 21,6% dei decessi.
Gli altri settori più colpiti sono i servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero (tra cui gli addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare), le attività dei servizi di alloggio e ristorazione e il commercio all’ingrosso.
L’età media dei contagiati è di 47 anni, il 69,7% sono donne, Milano, Napoli e Roma le province più colpite nell’ultimo mese sotto osservazione.
Giova qui richiamare, nell’ambito dell’attività di prevenzione del contagio e di protezione dei lavoratori, il ruolo svolto dagli Rspp in quanto “responsabili della valutazione globale e documentata di tutti rischi per la salute sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza” e le loro responsabilità in caso di errata o parziale valutazione.
Mossa dalla necessita di garantire ai propri professionisti le migliori opportunità formative, in relazione alla gestione “nuovo rischio”, non a caso già all’indomani della sottoscrizione del “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro tra governo e parti sociali, Aifes ha organizzato interessantissimi ed apprezzati corso di formazione e specializzazione dedicati ai Covid-Manager.
Il Covid Manager è una nuova figura professionale, richiesta da numerose Regioni, che ha funzioni di coordinamento per l’attuazione delle misure di prevenzione e controllo anti-contagio da COVID-19 e costituisce il principale referente aziendale con le strutture pubbliche e gli enti di controllo.
I corsi hanno riguardato la posizione delle diverse figure del servizio di prevenzione e protezione ed hanno visto la partecipazione di illustri docenti con i quali si sono affrontate le diverse questioni che la nuova organizzazione del lavoro presentava di giorno in giorno nei diversi settori produttivi.
L’andamento dei contagi nei luoghi di lavoro ed il crescente numero dei lavoratori positivi e purtroppo dei decessi, non può che preoccuparci in quanto ci restituisce un feedback negativo, che non fa onore ai nostri sforzi e a quelli dei tanti professionisti della prevenzione, chiamando in causa i datori di lavoro e le loro responsabilità.