L’apprendistato è una delle forme contrattuali più convenienti per assumere giovani con età inferiore a trent’anni.
La contribuzione è molto ridotta e le agevolazioni continuano anche dopo la fine del percorso formativo, se si assume con contratto a tempo indeterminato.
Nonostante ci sia l’onere da parte del datore di lavoro di occuparsi della formazione, sia interna che esterna del giovane, il beneficio e il risparmio economico e fiscale, che si ottiene a fronte dell’assunzione tramite contratto di apprendistato è notevole.
Oltretutto, la l’agevolazione contributiva non è soggetta alla regolarità contributiva ed al regime dei minimi.
Inoltre, l’apprendista può essere sotto inquadrato fino a due livelli rispetto alla mansione corrispondente, oppure la retribuzione viene riproporzionata in percentuale, aumentandola in base all’anzianità di servizio.
Le agevolazioni contributive variano a seconda del numero di dipendenti in azienda:
- Per aziende con un numero di dipendenti pari o inferiore a 9, le aliquote sono per il primo anno 1.51%, per il secondo anno 3% e per il terzo anno 10%.
- Per aziende con un numero di dipendenti superiore a 9, l’aliquota è fissata al 10%.
- In aggiunta a queste, si somma anche l’aliquota dell’1.31% per il contributo Naspi.
Oltretutto, in caso di assunzione, dopo l’apprendistato, a tempo indeterminato di giovani under 30 è previsto l’esonero del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro, per un massimo di tremila euro all’anno.
Infine, grazie al Jobs act, i percettori di NaspI, di disoccupazione edile o Dis-Coll, di qualsiasi età, possono essere assunti con contratto di apprendistato professionalizzante con alcune deroghe alla normativa, quale ad esempio la mancata agevolazione contributiva per l’anno successivo all’apprendistato in caso di assunzione a tempo indeterminato.