Rivoluzione verde e la transizione ecologica al centro degli obiettivi.
Concordate a livello governativo le “Linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.
Il Comitato interministeriale per gli Affari Europei ha concordato le Linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Sono state individuate le principali le azioni del Piano italiano per la ripresa, da finanziare attraverso il fondo “Next Generation EU”.
Obiettivi: realizzare anche in Italia la doppia transizione verde e digitale ed accrescere la competitività, l’inclusione sociale e la crescita economica dopo la crisi pandemica COVID-19.
“Next Generation UE” è l’iniziativa proposta dalla Commissione Europea e approvata dal Consiglio Europeo il 21 luglio 2020.
Al vaglio del Parlamento Europeo, dovrà essere ratificata dai singoli Parlamenti nazionali.
La Commissione europea ha specificato che i contenuti ed i principi ispiratori dei Piano dei Paesi membri dovranno basarsi su alcune direttrici comuni: contribuire alla transizione ambientale; alla resilienza e sostenibilità sociale; a transizione digitale, innovazione e competitività.
Le linee guida consentiranno al Governo di confrontarsi, prima, con il Parlamento italiano e poi con la Commissione europea, al fine di giungere alla versione definitiva del Piano Nazionale.
I Piani dei paesi membri dovranno essere presentati entro il 30 aprile 2021, ma già dal 15 ottobre, i singoli stati potranno presentare i progetti preliminari.
I piani rappresentano lo strumento di ripresa fondamentale di “Next Generation EU”, che aiuterà l’Europa ad uscire dalla crisi, anche grazie ai 672,5 miliardi di euro disponibili tra prestiti e sovvenzioni.
Il 16 settembre 2020 sono state trasmesse alle Camere le “Linee guida per la definizione del Piano, approvate dal Comitato interministeriale per gli affari europei, in coordinamento con tutti i Ministeri e le rappresentanze delle Regioni e degli Enti locali.
Il Piano del nostro Paese farà propri anche i contenuti del Piano di Rilancio presentato e discusso in occasione degli “Stati Generali” , che si sono tenuti dal 13 al 21 giugno 2020 e da cui è scaturito il dossier “Progettiamo il rilancio”.
Il piano di rilancio del Governo, si legge, si articola su diversi assi: modernizzazione, transizione ecologica, inclusione sociale e territoriale, parità di genere.
Per il Governo parlare di transizione ecologica significa giungere ad un nuovo modello di sviluppo su scala globale, da raggiungere intervenendo sia sul lato della domanda sia sul lato dell’offerta.
Il Piano è strutturato in missioni e obiettivi generali.
Sono infatti previste sei “missioni”:
- Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo
- Rivoluzione verde e transizione ecologica
- Infrastrutture per la mobilità
- Istruzione, formazione, ricerca e cultura
- Equità sociale, di genere e territoriale
- Salute
Le missioni, a loro volta sono articolate in obiettivi generali:
- un Paese completamente digitale
- un Paese con infrastrutture più sicure ed efficienti
- un Paese più verde e sostenibile
- un tessuto economico più competitivo e resiliente
- un piano integrato di sostegno alle filiere produttive italiane
- una Pubblica Amministrazione al servizio dei cittadini e delle imprese
- investimenti nella formazione e nella ricerca
- un’Italia più equa ed inclusiva
- un ordinamento giuridico più moderno ed efficace.
Nelle linee guida, leggiamo, che il nostro Paese ha compiuto progressi nella riduzione delle emissioni di CO2 e nell’incremento della quota di fonti rinnovabili sul consumo di energia ma che sono necessari ulteriori investimenti e riforme per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dell’European Green Deal.
Sempre nelle linee guida si sottolinea che l’inquinamento dei centri urbani rimane elevato e il 3,3 % della popolazione vive in aree dove sono stati superati i limiti UE delle sostanze inquinanti e che l’inquinamento del suolo e delle acque è sopra soglia, soprattutto nella pianura padana.
Affermazioni importanti che richiedono di dare avvio alla “rivoluzione verde” quanto prima, predisponendo una serie di azioni-progetto, che, per ora, sono generiche ma che dovranno prendere forma e sostanza in vista della loro presentazione all’Unione Europea.