AIFES accoglie con favore l’introduzione della cosiddetta patente a crediti e si ritiene pronta a sostenere le imprese e i lavoratori autonomi che intendano qualificare per operare nei cantieri edili.
La patente a crediti in edilizia è una «novità radicale in materia di sicurezza sul lavoro, una misura senza precedenti» nella qualificazione delle imprese, prevista dal testo unico sulla sicurezza (Dlgs 81/2008) che sarà operativa dal primo ottobre 2024.
A detta della ministra Calderone “È una misura innovativa rivolta al mondo dell’edilizia ma estendibile in futuro ad altri settori che potrà portare benefici tangibili in materia di sicurezza sul lavoro e sana competitività delle imprese”.
La cosiddetta “patente a crediti” rappresenta sicuramente un passo in avanti nella lotta “all’improvvisazione” delle imprese che operano nel cantieri temporanei o mobili ovvero in quei scenari lavorativi caratterizzati dalla presenza di gravi ed innumerevoli rischi, per i quali alle imprese è già richiesto il possesso di capacità organizzative, nonché disponibilità di forza lavoro, macchine e attrezzature, in riferimento ai lavori da realizzare.
Alla non sufficiente efficacia delle norme esistenti, il legislatore ha risposto con il decreto legge 2 marzo 2024, n.19 convento con modificazioni dalla legge 29 aprile 2024 , n.56 che ha modificato l’art. 27 del D.lgs. n.81/2008 introducendo la cd. “patente a crediti” di cui di seguito riportiamo i contenuti principali, rimandandovi per maggiori approfondimenti alla lettura del testo integrale
Chi è obbligato a possedere la patente a crediti nei cantieri temporanei o mobili?
Secondo quanto stabilito dall’articolo 27 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, sono tenuti al possesso della patente a crediti nei cantieri temporanei o mobili le imprese e i lavoratori autonomi.
Tuttavia, sono esclusi dalla normativa coloro che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale, come ad esempio ingegneri, architetti o geometri.
È importante sottolineare che anche le imprese e i lavoratori autonomi stranieri, stabiliti in uno Stato membro dell’Unione europea o in uno Stato non appartenente all’Unione europea, sono tenuti al possesso della patente, ma possono ottenere il rilascio sulla base di un documento equivalente o riconosciuto secondo la legge italiana.
Sono tenute al possesso delle patente anche le imprese non necessariamente qualificabili come edili, chiamate però ad operare nel cantiere.
Quali sono i requisiti necessari per ottenere la patente a crediti?
Per ricevere la patente a crediti, è fondamentale essere iscritti alla camera di commercio e aver completato i corsi formativi richiesti.
Inoltre, è necessario avere un documento unico di regolarità contributiva e, in alcuni casi, un documento di valutazione dei rischi.
Non tutti i requisiti si applicano a tutte le categorie, come ad esempio il DVR, che non è necessario per i lavoratori autonomi.
Come avviene il rilascio della patente e quali sono le modalità operative?
La patente viene rilasciata in formato digitale attraverso il portale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, accessibile con SPID o CIE.
Le istruzioni per la richiesta saranno fornite in una nota tecnica. La domanda può essere presentata dal legale rappresentante o da un lavoratore autonomo, anche tramite delega.
È necessario autocertificare il possesso dei requisiti, e le falsità nelle autocertificazioni sono penalmente perseguibili.
Chi può presentare la domanda di rilascio della patente e quali documenti sono richiesti?
La domanda può essere presentata dal legale rappresentante dell’impresa o da un lavoratore autonomo, anche tramite delega a professionisti come commercialisti o avvocati.
Gli stranieri devono autocertificare il possesso di documenti equivalenti alla patente a crediti.
Se non hanno tali documenti, devono richiedere la patente come gli italiani, dichiarando di possedere gli stessi requisiti.
Qual è la validità della patente dopo la presentazione della domanda?
Dopo la presentazione della domanda, il portale genera un codice univoco per la patente digitale.
È possibile svolgere attività mentre si attende il rilascio, a meno che non ci siano comunicazioni contrarie dall’Ispettorato.
L’autocertificazione inviata ha validità fino al 31 ottobre 2024, vincolando l’operatore a presentare la domanda entro quella data.
In quali casi può essere revocata la patente e quali sono le conseguenze?
La patente può essere revocata se si riscontra una dichiarazione falsa sui requisiti per il rilascio.
Questa revoca può essere accertata durante controlli successivi. Dopo dodici mesi dalla revoca, è possibile richiedere una nuova patente.
Tuttavia, la perdita di requisiti successivi non influisce sulla validità della patente, ma possono scattare altre sanzioni.
Quali informazioni sono contenute nella patente e chi può accedervi?
La patente include dati identificativi del titolare, la data di rilascio, il numero della patente e il punteggio.
Sono anche riportati eventuali provvedimenti di sospensione.
Solo i titolari, i loro delegati, le pubbliche amministrazioni e alcuni organismi possono accedere a queste informazioni.
In caso di infortuni gravi, l’Ispettorato può sospendere la patente fino a dodici mesi.
Quali sono le nuove modalità per richiedere la patente a partire dal 1° novembre?
Dal 1° novembre, la richiesta di rilascio della patente dovrà essere effettuata esclusivamente tramite il portale, non sarà più accettata l’autocertificazione via PEC.
I requisiti saranno controllati a campione, e in caso di dichiarazioni false, la patente sarà revocata.
La competenza per la revoca spetta a specifiche direzioni, e non si procederà senza un confronto con il richiedente.
Quali sono i presupposti per la sospensione della patente di guida secondo il D.M. n. 132 del 18 settembre 2024?
I presupposti per la sospensione della patente includono incidenti mortali o inabilità permanente dei lavoratori, attribuibili al datore di lavoro o ai suoi delegati.
È fondamentale indagare il nesso causale tra l’incidente e il comportamento del datore di lavoro, considerando la colpa grave come una violazione significativa dei doveri di sicurezza.
Quali criteri devono essere considerati per la sospensione della patente?
La sospensione della patente è una misura cautelare per gravi violazioni della sicurezza sul lavoro.
I criteri includono le responsabilità del datore di lavoro e dei delegati.
La sospensione può anche avvenire in caso di inabilità permanente, e la sua durata è determinata dalla gravità dell’incidente e delle violazioni.
Qual è la durata massima della sospensione della patente secondo il D.lgs. n. 81/2008?
La sospensione della patente può durare fino a un massimo di dodici mesi.
Tuttavia, il D.M. n. 132 del 18 settembre 2024 stabilisce che la durata deve considerare la gravità dell’incidente, le violazioni e eventuali recidive, richiedendo informazioni dall’INAIL su precedenti infortuni.
Come si può contestare un provvedimento di sospensione della patente?
È possibile presentare ricorso contro un provvedimento di sospensione entro trenta giorni dalla notifica, rivolgendosi alla Direzione interregionale del lavoro.
Questa autorità deve verificare la correttezza del provvedimento, sia per i presupposti che per la durata, e successivamente controllare il ripristino delle condizioni di sicurezza.
Come vengono attribuiti i crediti dall’Ispettorato nazionale del lavoro?
L’Ispettorato nazionale del lavoro assegna crediti aggiuntivi in base alla storicità dell’azienda, fino a dieci crediti per la data di iscrizione alla camera di commercio.
Inoltre, se non ci sono decurtazioni, la patente può aumentare di un credito ogni due anni, fino a un massimo di venti, e ci sono crediti per investimenti in salute e sicurezza.
Cosa accade all’incremento dei crediti in caso di contestazione di violazioni?
Se si contestano violazioni, l’incremento dei crediti è sospeso fino alla decisione finale sull’impugnazione.
Tuttavia, se il titolare ottiene l’asseverazione del Modello di organizzazione e gestione della salute e sicurezza, l’incremento può riprendere.
Dal 1° ottobre 2024, l’incremento non si applica per tre anni dopo la contestazione.
Quali sanzioni sono previste per chi non raggiunge il punteggio di crediti richiesto?
Se il titolare della patente non ha almeno 15 crediti, può incorrere in sanzioni amministrative calcolate sul valore dei lavori affidati, fino al 10% di tale valore, con un minimo di 6.000 euro.
Inoltre, sarà escluso dai lavori pubblici per sei mesi, e l’illecito sarà comunicato all’ANAC e al Ministero delle infrastrutture.
Quali sanzioni si applicano a chi opera senza patente o con crediti insufficienti?
Operare senza patente o con una patente che non raggiunge i 15 crediti comporta sanzioni amministrative, calcolate sul valore dei lavori nel cantiere, fino al 10% di tale valore, con un minimo di 6.000 euro. In questo caso, non si applica la procedura di diffida e l’impresa sarà esclusa dai lavori pubblici per sei mesi.
Come avviene il recupero dei crediti decurtati?
Il recupero dei crediti decurtati è possibile se la patente scende sotto i 15 crediti.
La procedura è gestita da una Commissione territoriale che valuta l’adempimento degli obblighi formativi e gli investimenti in sicurezza.
La Commissione è composta da esperti e rappresentanti di enti competenti e sarà nominata dal Dirigente dell’Ispettorato.
Cosa prevede il D.M. 132 riguardo a fusioni e trasformazioni di impresa?
In caso di fusione, il punteggio della patente della società con il maggior numero di crediti sarà accreditato alla nuova entità.
Nelle trasformazioni societarie, il nuovo soggetto manterrà il punteggio della società originaria, con aggiornamenti in base alla nuova struttura.
Queste disposizioni si applicano solo se almeno uno dei soggetti ha già richiesto la patente