Quante volte, nella cronaca, leggiamo di gravi infortuni occorsi ad operai manutentori che, venuti accidentalmente in contatto con cavi di tensione, restano folgorati sino a perdere la vita.
È successo anche recentemente, a Lozzo Atestino, paesino della provincia di Padova.
Un operaio intento ad eseguire lavori di posa di tubazioni all’esterno di uno stabile, a bordo di una piattaforma aerea si è avvicinato ad alcuni fili elettrici dai quali è scaturito un arco elettrico la cui tensione ha investito il cestello della piattaforma di lavoro.
I colleghi e il datore di lavoro, allarmati dal boato causato dalla media tensione, hanno abbassato la piattaforma e trovato l’uomo privo di sensi.
I primi soccorritori hanno iniziato subito il massaggio cardiaco, fino all’arrivo del medico del 118 che è riuscito a tenerlo in vita grazie all’utilizzo del defibrillatore. L’intervento per rianimare il ferito sul posto è durato più di un’ora, prima di poterlo caricare sull’elicottero del 118 per il trasporto in ospedale.
Quanto successo a Lozzo Atestino è solo uno dei casi di incidente da folgorazione in cui spesso restano vittime lavoratori per sottovalutazione del rischio elettrico ovvero quel “rischio che deriva dal contatto diretto o indiretto con una parte attiva e non protetta di un impianto elettrico, così come il rischio d’incendio o esplosione derivanti dal pessimo stato di manutenzione o dall’imperizia nell’impiego di impianti e strumentazione.”
Possiamo pertanto affermare che ovunque si svolga un lavoro in prossimità o direttamente su fonti di alimentazione di natura elettrica, si parla di esposizione al rischio elettrico.
Al fine di ridurre al minimo la possibilità che si verifichino degli incidenti, la normativa che regolamenta i lavori esposti a rischio elettrico è vasta e dettagliata e si occupa di fornire direttive efficaci.
Una delle prime norme emanate in questa direzione è la Legge n°46 del 5 marzo 1990 denominata “Norme per la sicurezza degli impianti”, successivamente rivista e abrogata dal D.Lgs. 37 del 2008 “Conformità impianti e apparecchiature/impianti elettrici/messa a terra/verifiche periodiche”.
In pratica sono norme tecniche che sanciscono le prime linee guida in materia basandosi su:
- requisiti degli impianti;
- requisiti delle attrezzature;
- periodicità della manutenzione;
- periodicità delle verifiche da effettuare;
Per quanto riguarda invece le norme giuridiche, un importante riferimento è il D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 che disciplina la materia del rischio elettrico al Capo III – Impianti e apparecchiature elettriche (da art. 80 a 86), e al CAPO IV – Sanzioni (art. 87)
La norma come al solito è molto esaustiva e richiama da subito l’obbligo del datore di lavoro di “prendere le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati da tutti i rischi di natura elettrica (…).
A tal fine il datore di lavoro esegue una valutazione dei rischi tenendo in considerazione le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi compresi eventuali interferenze; i rischi presenti nell’ambiente di lavoro; tutte le condizioni di esercizio prevedibili.”
Richiamiamo infine la Norma CEI 11-27, che regola lo svolgimento dei lavori esposti al rischio elettrico giunta orami alla IV edizione e che ha introdotto le seguenti novità:
- definizione delle figure responsabili dei lavori elettrici;
- modifiche alle definizioni di lavoro elettrico e lavoro non elettrico;
- istruzioni specifiche per le persone comuni che eseguono lavori non elettrici;
- introduzione della distanza riguardante i lavori non elettrici;
- modifiche alla distanza di lavoro sotto tensione, in riferimento alla bassa tensione;
- innovazioni nella modulistica relativa a tali lavori.
Ricordiamo brevemente i principali effetti dell’elettricità sul corpo umano: Tetanizzazione, Arresto della respirazione, Fibrillazione ventricolare, Ustioni;
A tal proposito, si parla di folgorazione o elettrocuzione quando vi è un passaggio di corrente attraverso il corpo per contatto diretto o indiretto o attraverso il cosiddetto Arco elettrico (come accaduto all’operaio di Lozzo Atestino)
È fuori dubbio, pertanto, l’importanza di un’adeguata valutazione dei rischi che in materia di rischio elettrico deve tenere conto di diversi elementi, tra cui:
- fonti di rischio primarie come impianti ed apparati;
- condizioni specifiche e le caratteristiche del luogo di lavoro;
- caratteristiche dei processi lavorativi;
La valutazione deve essere effettuata dettagliatamente e periodicamente rivista in base alle variazioni dei processi lavorativi.
Valutazione che dovrà logicamente ispirarsi alle normative tecniche e giuridiche di riferimento, rispettarne i requisiti di sicurezza, i livelli di accettabilità e tutti i parametri relativi ad attrezzature, dispositivi di protezione e formazione delle figure qualificate per svolgere lavori esposti a rischio elettrico.