La Federazione Italiana autonoma dipendenti enti locali (FIADEL), ha pubblicato uno “Studio comparato sull’attività porta a porta dell’operatore ecologico”, volto a confrontare i dati raccolti da precedenti ricerche effettuate anche da parte dell’Inail.
L’obiettivo è quello di analizzare i rischi per la salute dei lavoratori addetti alla raccolta dei rifiuti, soffermandosi sulle patologie che possono manifestarsi relativamente a determinate mansioni, con la possibilità di un futuro riconoscimento delle malattie professionali.
I rischi maggiori ed oggettivi a cui i lavoratori del settore sono esposti, riguardano il lavoro sulla strada, gli agenti biologici e chimici, lo stress e la fatica, ma, prima di tutto, gli agenti fisici, come la movimentazione di carichi, le vibrazioni ed i rumori.
I carichi pesanti, la ripetitività dei movimenti ed i fattori peggiorativi, come le attrezzature e DPI non adeguati, portano con il passare del tempo ad effetti dannosi a carico della postura, soprattutto della schiena e delle articolazioni di gambe e braccia.
Oltretutto, il lancio del sacco che si deve effettuare, come anche il sollevamento del carico, portano l’operatore ad una torsione eccessiva del busto e a movimenti a strappo.
Secondo lo studio dell’Inail, per facilitare il lavoro ed evitare complicazioni fisiche, servirebbero delle procedure di lavoro condivise, turni più leggeri e mansioni svolte a rotazione.
Riguardo le attrezzature, servirebbero, invece, dei sollevatori o sistemi che riducano lo sforzo fisico dell’operatore, come ad esempio scivoli o pedane rialzate, sistemi che implichino una maggiore automazione sia per la raccolta che per lo spazzamento.
Infine, è fondamentale utilizzare procedimenti che non siano dannosi per l’ambiente, attenendosi ai principi dell’efficacia, efficienza, economicità e trasparenza.
Studio comparato sull’attività porta a porta dell’operatore ecologico (PDF 1.2 MB)