Ona: “E’ un disegno di legge che danneggia cittadini e lavoratori esposti”
Il governo Renzi, che a parole si era dichiarato disponibile a sostenere l’impegno delle vittime dell’amianto, dei loro familiari e di numerosi lavoratori, nei fatti accoglie le richieste della Confindustria e non solo mantiene il limite delle 100 ff/ll, ma rende lecita tale esposizione sulla media delle 8 ore lavorative.
È questa la norma contenuta nell’articolo 54, n. 1, del Testo Unico in materia di amianto che verrà presentato il prossimo 29 novembre: un articolo nel quale si annida quello che è un vero e proprio “attentato” alla salute pubblica.
Infatti, non vi è un limite al di sotto del quale il rischio amianto si annulla e, come confermato in ambito internazionale, qualsiasi esposizione ad amianto è dannosa e soprattutto vanno evitate tutte le esposizioni.
Non la pensa così il governo Renzi, il quale invece allarga la forbice stabilendo che “Il valore limite è fissato in 0,01 fibre per cm3 di aria, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di 8 ore”. Questa norma è illegittima per contrarietà all’articolo 32 della Costituzione.
L’Osservatorio Nazionale Amianto dice forte e chiaro che così le cose non vanno: “Se non si evitano le esposizioni ad amianto continueremo a dover contare malati e morti, lutti e tragedie, e questo per i prossimi 30, 40 e 50 anni. Gli esposti di oggi saranno coloro che si ammaleranno e che purtroppo moriranno nei prossimi decenni”.
Ma non è tutto: nel testo di prossima presentazione, viene riordinata anche la materia dei benefici amianto ai fini del prepensionamento. Sembrano scomparsi i benefici per coloro che si sono ammalati, ovvero la normativa è divenuta più caotica (art. 70).
E anche per coloro che sono stati soltanto esposti le cose non vanno meglio, perché il beneficio si riduce a 1,25. Non viene abrogato il termine di decadenza per coloro che non hanno presentato la domanda all’INAIL entro il 15.06.2005 e soprattutto vengono vanificati i risultati ottenuti in sede giudiziaria con riconoscimento in favore di coloro che avevano maturato il diritto prima che entrassero in vigore le norme dell’art. 47 della Legge 326/2003.
Infatti la giurisprudenza, sulla scorta di alcune norme (art. 47 comma 6 bis Legge 326/03 e art. 3, comma 132, Legge 350/03) aveva accolto le tesi dell’avvocato Ezio Bonanni e salvato dalla decadenza per mancanza di domanda all’INAIL entro il 15.06.2005 quei lavoratori che, alla data del 02.10.2003, avessero già presentato la domanda all’INAIL (ovvero all’INPS), ovvero avessero comunque maturato il diritto a pensione con l’aggiunta dei contributi amianto e in altri casi.
Le nuove norme dell’art. 72 del Testo Unico annullano queste conquiste.
Non c’è alcuna statuizione in ordine al problema della prescrizione decennale, che andrebbe a colpire l’intero diritto e che è stata recentemente creata dalla giurisprudenza di legittimità, né si ovvia alla problematica relativa alla decadenza triennale.
“La nostra associazione contesta fortemente l’iniziativa governativa e anche l’inerzia delle forze di opposizione, che tacciono rispetto a questo grave problema e all’assenza di tutela della salute e dei diritti previdenziali dei lavoratori. Cosa fa il governo? E cosa fanno le opposizioni? Tutto è contro le vittime dell’amianto. Evidentemente la potenza confindustriale ha la meglio anche sull’articolo 32 della Costituzione. Rivolgeremo un appello al Capo dello Stato perché intervenga, ovvero faccia valere i profili di incostituzionalità e rifiuti la sottoscrizione del complesso normativo, ove approvato. L’ONA valuterà la possibilità di avviare una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare“, dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’associazione.
Fonte: Ona notiziario sull’amianto