Migliorare la qualità della vita delle persone con paraplegia attraverso un dispositivo tecnologico in grado di rendere più agevoli e sicure le loro attività quotidiane.
Questo l’obiettivo di partenza del progetto di ricerca Rise – acronimo di Robotic innovation for standing and enabling – nato dalla collaborazione scientifica tra il Centro di riabilitazione motoria (Crm) Inail di Volterra e l’Istituto di Biorobotica della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, che hanno sviluppato una “carrozzina elettronica” per affrontare un problema ancora di difficile soluzione: la verticalizzazione e la mobilità di persone con gravi disabilità motorie a carico degli arti inferiori.
Gli effetti sono positivi anche sul piano psicologico.
Il prototipo del nuovo dispositivo, che consente a chi è solitamente costretto a trascorrere gran parte della giornata sulla sedia a ruote di spostarsi nel proprio ambiente in postura eretta – con effetti positivi non solo dal punto di vista fisico ma anche sul piano psicologico – è stato presentato a Roma, nel corso di un incontro che si è svolto presso l’auditorium della Direzione centrale Inail per l’organizzazione digitale, in via Santuario Regina degli Apostoli.
Sono intervenuti il presidente e il direttore generale dell’Istituto, Massimo De Felice e Giuseppe Lucibello, la professoressa Maria Chiara Carrozza, dell’Istituto di Biorobotica della Sant’Anna, il direttore centrale Assistenza protesica e Riabilitazione Inail, Carlo Biasco, e i componenti del gruppo di progetto tecnico-scientifico: Paolo Catitti ed Elisa Taglione, per il Crm di Volterra, e Stefano Mazzoleni, per la Scuola superiore Sant’Anna.
De Felice: “Da queste sinergie virtuose risultati concreti e tangibili”.
“Il dispositivo che presentiamo – ha spiegato il presidente De Felice nell’intervento di apertura – rappresenta un’ulteriore conferma dell’opportunità di insistere e proseguire lungo il percorso intrapreso negli ultimi anni, che ha messo il nostro Istituto al centro di una rete di collaborazioni virtuose con alcune delle principali realtà di eccellenza del nostro Paese nell’ambito della sperimentazione e dell’innovazione tecnologica. La sinergia tra l’esperienza maturata in tanti anni dall’Inail nel campo della ricerca applicata e l’alta capacità di innovazione di istituzioni accademiche all’avanguardia come l’Istituto di Biorobotica della Sant’Anna di Pisa si traduce, infatti, in risultati concreti e tangibili come questo verticalizzatore, che possono migliorare sensibilmente la qualità della vita di tanti nostri assistiti e favorire il loro reinserimento sociale e lavorativo”.
Lucibello: “Il prossimo obiettivo è il sostegno alle start-up”.
“Questo prodotto è il tassello di un mosaico che si sta componendo sempre di più – ha sottolineato il direttore generale Lucibello – Dopo aver coltivato l’ambizione di essere al centro di una rete di eccellenza, che oltre alla Scuola superiore Sant’Anna comprende l’Istituto italiano di tecnologia di Genova e il Campus Bio-Medico di Roma, il nostro prossimo obiettivo è quello di riuscire a finanziare con risorse importanti delle start-up, per poter dare un contributo significativo allo sviluppo di questi dispositivi medici, che innalzano il livello della salute e della sicurezza dei lavoratori e sono di ausilio al reinserimento e alla riabilitazione effettiva delle persone con gravi difficoltà motorie”.
Tre interfacce gli consentono di adattarsi alle caratteristiche di chi lo utilizza.
Caratteristiche e funzionalità del nuovo dispositivo sono state illustrate nel corso dell’evento attraverso una dimostrazione pratica del suo utilizzo. Il verticalizzatore si muove su sei ruote, due grandi e quattro piccole, e consente all’utente di spostarsi autonomamente, in qualsiasi postura e senza fatica, avvicinando frontalmente i piani di lavoro e manipolando l’ambiente anche ad altezze accessibili solo in posizione eretta.
Il controllo del movimento avviene tramite un controller che può essere collegato tramite una connessione cablata oppure in modalità wireless, con tecnologia Bluetooth. Il dispositivo è in grado di muovere e verticalizzare una persona con un peso fino a 110 chilogrammi e un’altezza massima di 210 centimetri. Grazie a tre interfacce meccaniche – femorale, addominale e tibiale – è in grado infatti di adattarsi alle caratteristiche fisiche di chi lo utilizza, garantendo una distribuzione confortevole delle pressioni.
Carrozza: “È un passo avanti per l’autonomia di chi è costretto sulla sedia a ruote”.
Come sottolineato dalla professoressa Carrozza, “l’esito delle ricerche svolte nel progetto Rise, rappresenta un passo avanti nell’ambito della progettazione di sistemi e tecnologie per il supporto alla disabilità, finalizzate a migliorare la qualità della vita di persone costrette in sedia a ruote che ambiscono ad acquisire maggiore autonomia nelle attività quotidiane”.
Carrozza ha spiegato anche di essere “particolarmente orgogliosa di partecipare a questa presentazione perché riguarda un progetto di ricerca che applica le competenze dell’Istituto di Biorobotica per sviluppare un dispositivo migliore e più funzionale per le persone che devono essere assistite nella verticalizzazione. I prossimi passi sono la sperimentazione clinica con gli utenti dei prototipi sviluppati e la valutazione funzionale, con l’obiettivo di trasferire presto sul mercato la proprietà intellettuale generata con questo progetto grazie all’investimento dell’Inail”.
Nella sperimentazione coinvolti infortunati con paraplegia da lesione vertebro-midollare.
La validazione clinica del prototipo è attualmente in corso presso il Crm Inail di Volterra, con uno studio esplorativo che punta a verificarne la sicurezza, l’utilità e l’efficacia rispetto alle attese degli operatori sanitari e dei pazienti, attraverso il coinvolgimento di infortunati sul lavoro con paraplegia da lesione vertebro-midollare.
Il loro protocollo riabilitativo dura quattro settimane e si articola in programmi di rieducazione neuromotoria e funzionale e di addestramento all’utilizzo corretto del verticalizzatore nelle normali attività della vita quotidiana.
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