La Procura generale di Milano ha chiesto 5 condanne fino a 8 anni di reclusione per gli ex vertici ed ex manager di Fiat, Alfa Romeo e Lancia
accusati di omicidio colposo, e assolti in primo grado, nel processo d’appello con al centro una quindicina di casi di operai morti per forme tumorali provocate, secondo l’accusa, dall’esposizione all’amianto (messo al bando negli anni ’90), dopo aver lavorato negli stabilimenti dell’Alfa Romeo di Arese (Milano).
In particolare, il sostituto pg Nicola Balice, che nella scorsa udienza aveva parlato per cinque ore per chiedere le condanne e oggi ha depositato ai giudici l’entità delle pene, ha chiesto 6 anni per l’ex ad di Fiat Auto Paolo Cantarella, 5 anni per l’ex presidente Fiat Giorgio Garuzzo, 8 anni per l’ex presidente di Lancia Industriale spa Pietro Fusaro e rispettivamente 5 e 8 anni per due ex ad di Alfa Romeo.
“Forse ci sarà giustizia per i 15 operai dell’Alfa Romeo di Arese, morti per una ‘sentenza inappellabile’: mesotelioma pleurico provocato dall’amianto, respirato per decenni nel luogo di lavoro”, hanno dichiarato Fulvio Aurora, per Medicina Democratica, Maura Crudeli, per l’Associazione Italiana Esposti Amianto e Michele Michelino, per il Comitato per la Difesa della Salute nei luoghi di lavoro e nel territorio.