A fronte dell’emergenza sanitaria relativa all’epidemia da Coronavirus, che ci ritroviamo ad affrontare in questo periodo storico, la maggior parte delle aziende ha optato per l’utilizzo del cosiddetto lavoro agile o smart working.
Una modalità, fino a qualche settimana fa, poco diffusa in Italia e che sta ora portando dei benefici sia per la salute, potendo rimanere in casa, sia per le attività lavorativa che devono comunque andare avanti.
Ricordiamo che il lavoro agile è una modalità di esecuzione del lavoro subordinato volto a favorire la flessibilità sia nei tempi che nei luoghi di lavoro, promuovendo un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, con possibilità di utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento del lavoro.
Questa modalità di lavoro è promossa fortemente come misura di contrasto e contenimento del virus Covid-19.
Il decreto del Presidente del Consiglio del 9 marzo 2020, che ha esteso le misure di protezione a tutta la Nazione, all’art. 1 conferma che “la modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti; gli obblighi di informativa di cui all’art. 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro.”
Relativamente alla sicurezza e protezione nei luoghi di lavoro, anche per il lavoro agile è previsto il rispetto del D.Lgs. 81/2008, fornendo un’adeguata formazione e aggiornamento quinquennale ai lavoratori
Ci si augura, infine che con questa esperienza, il mondo lavorativo in Italia possa dare maggiore spazio a questa modalità “flessibile”, con il giusto impegno e rispetto da parte dei lavoratori.